ASPARAGO SELVATICO
Asparago selvatico – Asparago officinalis L. – Nomi comuni: sparagio, spargio, spalice, spazzole, rusco
La parola asparago deriva dal latino Asparagus e dal greco Aspharagos che significano “germoglio”. E’ una pianta molto utilizzata in cucina, sopratutto gli asparagi selvatici, in quanto viene consumata la parte tenera del germoglio, ossia il turione, sia in campo officinale in quanto viene utilizzata la radice.
COLTIVAZIONE ASPARAGO
Dove nasce e come si coltiva: pianta spontanea di cui ne esistono molte varietà, da quelle selvatiche comuni nel sottobosco a quelle coltivate per uso ornamentale e alimentare. La parte commestibile, detta turione, è un getto che spunta alla base della pianta. Gli asparagi coltivabili si seminano in vivaio e si trapiantano poi a dimora verso il 2°-3° anno oppure si comprano le piante già pronte presso negozi specializzati e si piantano in solchi profondi 15-20 cm e distanti 30 cm. Il terreno deve essere sciolto, ben concimato e permeabile, in posizione soleggiata. Al 3° anno si comincia la raccolta facendo attenzione a non tagliare più di 4-5 turioni per pianta per non indebolire la ceppaia. Nell’inverno che precede la prima raccolta si spargono nell’asparagiaia almeno 10 cm di buon terriccio in modo che i turioni crescano lunghi, bianchi e teneri. Per favorire lo sviluppo delle piante è necessario innaffiare e concimare lungo i solchi.
FOTO ASPARAGI COLTIVABILI
Famiglia: liliacee
Pianta: erbacea, perenne, a portamento cespuglioso, alta fino a 1,5 m
Fusto: liscio, flessuoso, molto ramificato
Foglie: improprie riunite in gruppetti di 3-9(cladodi); le foglie vere sono ridotte a scaglie poste all’attaccatura dei cladodi.
Fiori: solitari o geminati (2 su un unico peduncolo), piccoli, di colore bianco giallognolo, quasi trasparenti, penduli, campanulati. Compaiono in Giugno-Luglio
Frutti: bacche rosse contenenti un grosso seme nero
Parti da utilizzare: le radici per uso officinale, i turioni per uso alimentare
Quando si raccoglie: le radici in autunno, i turioni in primavera
Come si conserva: le radici si fanno essiccare al sole e si conservano in sacchetti o in barattoli di vetro; i turioni si possono conservare surgelati
ASPARAGO OFFICINALE
La principale virtù di questa pianta, che risiede nella radice è quella diuretica. Oltre che per problemi di ritenzione idrica, è consigliabile per una varietà di disturbi e inconvenienti: dall’obesità alle sofferenze cardiache, dall’affaticamento della milza al reumatismo cronico, dall’artrite reumatoide all’asma.
Attenzione: la radice dell’asparago ha azione irritante sui reni ed è sconsigliata nel caso di infiammazioni, uricemia e renella (per l’alto contenuto di sali di potassio)
Ritenzione idrica
Preparate una miscela di 30 g di radice di asparago, 20 g di stimmi di mais e 15 g di foglie di betulla. Mettere un cucchiaio di questa misciela in infusione in una tazza di acqua calda per 10 minuti.
Affaticamento della milza
Mettere da 30 a 60 g di radici in infusione in 1 litro di acqua bollente. Lasciate riposare per 10 minuti, filtrate e bevete 3 tazze al giorno lontano dai pasti.
Artrite reumatoide
Mettere in infusione 50 g di radice di asparago, per 10 minuti, in 1 litro di acqua bollente. Filtrare e bere 3 tazze al giorno lontano dai pasti. In alternativa si consiglia l’estratto da acquistare in erboristeria: da 2 a 10 g al giorno in due dita di acqua calda.
Asma
Le dosi dell’infuso sono 20-30 g di radice per un litro di acqua bollente, per 10 minuti. Se ne bevono da 4 a 6 tazze al giorno