Il ciliegio

ciliegio

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Il ciliegio è la pianta che produce le ciliegie, un frutto che meno degli altri ha subito il fenomeno della destagionalizzazione, meno “globalizzabile”, poco idoneo al trasporto; le ciliegie devono maturare necessariamente sulla pianta, per la raccolta bisogna aspettare il periodo giusto e una volta raccolte devono essere consumate entro qualche giorno poichè sono un frutto abbastanza delicato che si deteriora entro qualche giorno. Grazie alle moderne tecnologie di refrigerazione e di conservazione è possibile trasportarle verso mercati anche limitrofi al nostro paese. Vediamo ora le caratteristiche della pianta di ciliegie

NOTIZIE BOTANICHE E CARATTERI DELLA PIANTA DI CILIEGIO

La coltura del ciliegio è importante in Italia in varie regioni sia Settentrionali che meridionali ( Veneto, Emilia-Romagna e Campania).

Con il nome generico di ciliegio si indicano piante coltivate appartenenti a due specie distinte, entrambe della famiglia delle Rosacee: il Cerasus Avium, ciliegio dolce ed il Cerasus Vulgaris, ciliegio amaro o ciliegio acido. Alcune varietà coltivate derivano da incroci tra le due specie predette o tra quelle ed altre specie selvatiche.

In pratica i ciliegi possono essere classificati nel modo seguente:

 

Ciliegio dolce (Cerasus Avium), a frutto dolce e foglie pendenti

a polpa molle: Tenerine nere
chiare
a polpa dura: Duracine nere
chiare
Ciliegio acido (Cerasus Vulgaris): a frutto acido, foglie erette rami pendenti, foglie piccole: Amarene o Amarasche nere
chiare
rami eretti, foglie grandi: Visciolone nere
chiare

Naturalmente le parole “nere” e “chiare”, che indicano il colore, hanno soltanto un valore orientativo: in effetti le diverse varietà presentano dei colori che vanno dal rosso molto scuro al bianco passando per diverse gradazioni di rosso intermedie. Oltre alle due specie sopra indicate, una terza ha importanza per il frutticoltore, la specie Cerasus Mahaleb, cioè il ciliegio di L.Lucia o Magaleppo, di largo uso come porta innesto nanizzante dei ciliegi coltivati.

CILIEGIO DOLCE

I caratteri principali del ciliegio dolce sono: albero di notevole sviluppo (fino a 15 metri e più di altezza) che può vivere per oltre un secolo; tronco ricoperto di corteccia nerastra spesso ruvida, con striature trasversali e linee di distacco trasversali; branche erette, rami rosso grigiastri e rametti grossi, diritti, con corteccia liscia e piccole lenticelle; chioma conica, slanciata; gemme solitarie o in gruppi all’estremità dei rami, le fiorifere più grosse e tondeggianti delle foglifere; foglie pendenti, grandi, ovate, con la pagina superiore rugosetta e l’inferiore di solito un po pelosa, riuniti in corimbo di colore bianco; frutti (drupe) globulari, di colore variabile dal giallo, al rosso, al nerastro, polpa tenera e croccante, aderente al nocciolo, di sapore più o meno zuccherino.

CILIEGIO ACIDO

Il ciliegio acido è invece un albero di sviluppo piuttosto modesto ( fino a 6 metri o poco oltre) con un tronco rivestito di corteccia, la quale si stacca a striscie trasversali; branche meno diritte, rami talora pendenti, rametti sottili, brunastri o grigiastri con numerose lenticelle; chioma allargata e tondeggiante; foglie più piccole dell’altra specie, liscie e lucenti; fiori anche essi più piccoli riuniti in corimbi; frutti globulari di colore variabile dal rosso chiaro al rosso molto scuro, polpa molto succosa, molle, acidula, non aderente al nocciolo. La fruttificazione avviene sui mazzetti nel mese di Maggio.

Il ciliegio dolce è di norma autosterile, cioè il polline di una varietà non è capace di produrre la fecondazione del proprio fiore. Perciò negli impianti è necessario intercalare delle piante impollinatricidi varietà diversa e che abbiano il polline sicuramente fecondante.

VARIETA’ DI CILIEGIO – Le varietà di ciliegio dolce, in Italia, sono assai più diffuse delle altre a frutto acido; esse vengono consumate direttamente oppure sottoposte a conservazione in salamoia o in liquidi solforati. Le visciole sono particolarmente adatte alla preparazione di conserve, per l’essiccamento e per la produzione di liquori.

Varietà Tenerine:

  • Precoce della Marca, matura a fine Aprile, è fertile e di gusto abbastanza buono;
  • Fuciletta, di poco tardiva, assai fertile, zuccherina, abbastanza resistente ai trasporti;
  • Mora di Vignola, si raccoglie a fine Maggio, ottima, serbevole e resistente ai trasporti;
  • Maiatiche, coltivate in Campania e a maturazione precoce;
  • Goriziana, varietà di pregio, produce moto e da un frutto adatto per essere solforato;

Varietà Duracine:

  • Napoleon o Imbrian, produce abbondantemente, a frutto grosso, ottimo, matura a Giugno, adatto per essere soforato;
  • Durona di Verona, matura a Giugno, ottima, serbevole e ressitente ai viaggi;
  • Durona della Marca, fertile, di buona qualità, restente e serbevole;
  • Bella di Pistoia, che da una produzione abbondante ed ottima, otre che resistente e serbevole;
  • Turca, a frutto assai voluminoso;
  • Tosta;
  • Duca del Reddito;
  • Durona di Cesena;
  • Durona di Tarcento;
  • Durona di Modena;
  • Durona precoce di Verona;
  • Zaccaro

Varietà Visciolone:

  • Reine Hortensie, molto fertile, a frutto assai grosso che matura i primi di Giugno;
  • Bella di Chatenay, più tardiva
  • Marena di Verona;

Varietà Amarasche:

  • Agriotta del Nord, a frutto grosso, acidulo, matura a Luglio, adatto per conserve;
  • Amarena o Amarasca comune, fertilissima, con frutto più piccolo, matura a luglio, adatta per conserve.

ciliegie

CLIMA

Il ciliegio con le sue diverse specie e varietà trova l’ambiente adatto nei climi più differente. Il ciliegio dolce fiorisce piuttosto presto, quindi risente con facilità i danni dei freddi tardivi, e soffre, d’altra parte, dei calori estivi molto forti: perciò esige un clima mite, senza sbalzi notevoli di temperatura. Il ciliegio acido, che entra in fioritura più tardi ed ha i fiori resistenti al freddo, viene coltivato in climi più nordici. L’una e l’altra specie, soffrono per piogge abbondanti al momento della fioritura e della maturazione.

TERRENO

I migliori risultati dalla cultura si hanno dei terreni sciolti, profondi, freschi ma non umidi, mentre poco indicati sono i terreni forti; però il ciliegio acido presenta una larga adattabilità.

TECNICA COLTURALE CILIEGIO

La propagazione del Ciliegio viene fatta mediante innesto su magaleppo o su selvatico di ciliegio dolce. Il magaleppo è un soggetto adatto per forme di allevamento a limitato sviluppo e per terreni poveri, aridi, calcarei. Esso impartisce precocità di fruttificazione e minor durata alla pianta. Si riproduce per seme. Il selvatico dà piante di grande sviluppo, vigorose, longeve ed è adatto ai terreni non molto calcarei, profondi e freschi. Si propaga anche esso per seme.
Per produrre le piante innestate da porre a dimora si seguono le seguenti modalità:  semina dei noccioli in vivaio, innesto a Gemma nell’autunno del primo, o più spesso, nel secondo anno oppure innesto primaverile a spacco, a corona o a becco di luccio.
La distanza d’impianto per le forme di maggior sviluppo, sul franco, varia dai 8 ai 12 metri, per le altre, su magaaleppo, dai 4 agli 8 metri.
Si preferisce l’allevamento a vaso ad alto fusto o da anche a forma naturale. Però, dato il forte sviluppo della pianta, nella coltura industriale riesce più conveniente una forma a media o bassa impalcatura che facilita le operazioni colturali. La potatura è assai ridotta: si limita a conservare le forme dell’albero e a togliere il legno inutile.

RACCOLTA DELLE CILIEGIE

La raccolta viene fatta in più tempi quando le ciliegie sono assai prossime alla maturazione. Un anticipo su questo momento riesce dannoso al peso e alla bontà del prodotto.

Il ciliegio dolce ha una longevità che giunge ai 50-60 anni mentre il ciliegio acido non oltrepassa i 30-40 anni.

In coltura specializzata, il ciliegio dolce a pieno vento può produrre 25 kg a pianta tra il 20° ed il 40° anno; il ciliegio acido da meno, circa 15-20 kg a pianta.

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