Farina di grano tenero
È ricavata dalla macinazione del frumento tenero. Questo cereale è tra i più diffusi e coltivati al mondo perché ha la capacità di tollerare climi anche piuttosto rigidi. Ciò fa del frumento tenero la coltivazione cerealicola più comune nei paesi nordici. La farina di grano tenero è la farina convenzionale, tipo 00 o fior di farina, utilizzata per la produzione di pane, pizza, prodotti di pasticceria e da forno. È priva di crusca e man mano che questa aumenta in percentuale si hanno le farine 0, 1, 2 e integrale, via via meno bianche.
Farina di grano duro o semola
Con semola, che si caratterizza per avere colore giallo, si indica nell’uso comune il derivato dal frumento duro, dopo la macinazione e l’abburattamento (separazione della farina dalla crusca).
Il frumento duro è una specie tra le più antiche conosciute, frutto di un’ibridazione che risale addirittura al Neolitico. La farina di grano duro è la base per il pane e la pasta della cucina dell’Italia del Sud, ma non solo: è infatti utilizzata nei prodotti alimentari tradizionali di tutti i paesi del Mediterraneo. Esiste anche la semola integrale di grano duro.
Semolato di grano duro o semolato
Dal grano duro si ottiene il semolato, una farina di alta qualità artigianale, ottenuta dalla macinazione e abburattamento del grano duro, pulito dalle impurità dopo l’estrazione della semola.
Farina di granoturco
Dal mais si ricava la farina di granoturco. Originario dell’America centro-meridionale, il mais dal 1500 conquista le coltivazioni italiane. La farina prodotta da questo cereale diviene, da quell’epoca, fondamentale per l’alimentazione delle popolazioni della Pianura Padana. Da allora la farina di granoturco diviene sinonimo di polenta. Altro prodotto del granoturco è l’amido di mais (maizena) che, assieme a quello di patate (fecola), viene invece utilizzato in cucina come addensante per salse.
Farina di segale
La segale è un cereale antichissimo, alla base dell’alimentazione umana da millenni. Cresce in zone temperate e viene seminata all’inizio dell’autunno e raccolta al principiare dell’estate.
Tradizionalmente è impiegata nei paesi dell’Europa centrale e orientale per produrre il pane di segale e il “pane nero”, caratteristico anche dell’Alto Adige.
Farina di riso
Si ottiene dalla macinazione del chicco di riso bianco e ha una elevata percentuale di amido. Si utilizza nella produzione dolciaria e della pasta. È molto usata nella cucina orientale.
Kamut
Prodotta in America, probabilmente dai semi di un antico cereale egizio, la farina di Kamut raffinata si usa per torte e pani, quella integrale per biscotti.
Manitoba
Questa farina proviene da un grano originario del Canada. È stata infatti la provincia di Manitoba a produrre per prima questo grano tenero particolarmente resistente al freddo. Una specie pregiata ricca di glutine, ideale per i dolci.
Tra le farine non derivate da macinazione di graminacee ricordiamo quella di ceci, con cui si preparano la farinata ligure e le panelle siciliane, e quella di castagne, molto calorica, usata in Toscana per la preparazione del castagnaccio, della polenta, delle frittelle e dei necci.
Campagna informativa “Sai quel che mangi” – https://www.politicheagricole.it
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