Corretta alimentazione nell’anziano

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Una corretta alimentazione nell’anziano influisce sempre positivamente sullo stato di salute e quindi sulla qualità della vita; ciò vale in particolare per gli anziani, che, in ragione degli inevitabili cambiamenti legati all’età, hanno particolari esigenze alimentari.
Le indicazioni fornite dalle varie società scientifiche per la prevenzione e la terapia di molte malattie caratteristiche dell’età avanzata (cardiovascolari, metaboliche, degenerative, etc)  incoraggiano al corretto stile di vita e ad una alimentazione sana ed equilibrata  prefiggendosi il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • Un apporto calorico adeguato per sesso e per età.
  • Una scelta calorica qualitativamente sana ed efficace nella prevenzione/terapia di supporto delle principali malattie dell’età avanzata.
  • L’equilibrio dei nutrienti calorici (proteine, lipidi e glucidi) e l’adeguato introito di nutrienti non calorici (vitamine, sali minerali e fibra) nell’alimentazione quotidiana.

Le indicazioni riportate si riferiscono all’anziano in condizioni di benessere. In casi di malattia devono essere seguite delle diete specifiche in base al tipo di malattia.

L’invecchiamento inevitabilmente comporta:

  • Diminuzione del metabolismo basale (quota energetica necessaria per lo svolgimento delle funzioni vitali a riposo) e del fabbisogno energetico giornaliero.
  • Modificazioni dei compartimenti corporei con riduzione della massa magra (massa muscolare) e dell’acqua totale ed aumento della massa grassa (tessuto adiposo) questa situazione comporta in se una riduzione del metabolismo basale di circa il 13%. Il tessuto muscolare, infatti, condiziona fortemente il consumo energetico basale perchè rappresenta la massa metabolicamente più attiva; la sua diminuzione è legata anche alla primitiva e graduale limitazione dell’attività fisica svolta dall’anziano soprattutto dopo i 75 anni.
  • Riduzione della funzionalità di organi ed apparati (reni, fegato, intestino, ecc) con conseguente diminuzione della capacità di digestione e di assorbimento di macro e micro-nutrienti (calcio).
  • Alterazione del gusto e della senzazione di sete.

Altri fattori possono poi accompagnarsi alle modificazioni fisiologiche proprie di questa età ed influenzare le scelte alimentari quantitative e qualitative dell’anziano.

MODIFICAZIONI DI NATURA DIPENDENTI DALL’INDIVIDUO DIPENDENTI DALL’AMBIENTE
PATOLOGICA Masticazione inadeguata, digestione difficoltosa, intolleranze alimentari, diete particolari, malattie croniche, assunzione di molti farmaci  Scarsa vita all’aperto, inadeguata attività fisica, ambiente di vita malsano
PSICOLOGICA  Depressione, lutto, demenza, difficoltà a socializzare, rifiuto di alcuni cibi per errate abitudini alimentari  Vita in comunità, lontananza o disinteresse di parenti, di amici o di operatori, scarse proposte di attività ricreative
SOCIO-ECONOMICA  Isolamento sociale, scarsità di mezzi finanziari  Scarsa educazione alimentare, diete condizionate da scelte razziali o religiose, insufficiente assistenza al pasto

Tabella: principali fattori di rischio per l’anziano

Fonte: Asl 2 Savonese

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Dott. Giuseppe NORELLI

BIOLOGO-NUTRIZIONISTA - Mi occupo di alimentazione, patologie umane e biochimica. http://www.studionutrizione.net
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