Malattie cardiovascolari: infarto e ictus

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In Italia circa il 39% dei decessi è causato da malattie cardiovascolari. La patologia più diffusa che colpisce le coronarie è l’aterosclerosi, che si sviluppa insidiosamnete nel corso degli anni senza dare particolari sintomi; quando questi si manifestano, la malattia è già in fase avanzata. Chi ha avuto un infarto o un ictus difficilmente riesce a recuperare bene la funzionalità d’organo e le cure che vengono prescritte sono per lo più palliative. Nella maggior parte dei casi, le coronaropatie e vasculopatie cerebrali sono essenzialmente dovute agli stili di vita e alla presenza di fattori di rischio che vanno preventivamente corretti. Solo quest’ultima soluzione si è visto essere la più efficiente, e quindi va incoraggiata, allo scopo di prevenire la malattia. Coronaropatia ed ictus possono essere considerati un vero e proprio problema sociale in quanto sono le principali cause di morte e disabilità nel nostro paese. Non è difficile per gli operatori del settore sanitario individuare le fascie di rischio: visivamente è possibile annoverare in queste fascie i fumatori e gli obesi. In seguito all’esecuzione di test specifici è possibile poi inserire gli ipertesi, i dislipidemici, i diabetici. Non è mai superfluo sottolineare che lo svolgimento di attività fisica regolare e l’alimentazione corretta riducono drasticamente la probabilità di patologie cardiovascolari; per attività fisica potrebbe intendersi anche la semplice passeggiata di 30 minuti al giorno o meglio i 10.000 passi al giorno e l’alimentazione da seguire dovrebbe essere quella di tipo mediterraneo tendente al vegetariano. Nelle persone sedentarie, indipendentemente dal rischio, sopratutto a partire dai 45 anni, andrebbero effettuati almeno con carenza annuale dei test ematici per tenere sotto controllo dei paramentri base di riferimento: colesterolo (HDL ed LDL), trigliceridi, glicemia e transaminasi. Se si ha già qualche fattore di rischio si dovrebbe procedere con esami più specifici volti ad accertare la causa. Ciò appena descritto potrebbe essere visto come una strategia di prevenzione di malattie cardiovascolari applicabile a tutta la popolazione.

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Dott. Giuseppe NORELLI

BIOLOGO-NUTRIZIONISTA - Mi occupo di alimentazione, patologie umane e biochimica. http://www.studionutrizione.net
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