Parametri chimici e fisici di base delle acque per il consumo umano
Di seguito vengono riportati i parametri chimici e fisici delle acque per il consumo umano utilizzati per valutare la loro qualità. I valori limite sono stati definiti sulla base delle direttive del Decreto Legislativo 31 del 2001 che riporta per ogni parametro il valore limite e le relative metodiche analitiche da seguire.
Utilizzando la presente scheda analitica potrete quindi interpretare i risultati relativi alle analisi della vostra acqua. Inoltre grazie alla collaborazione con i ricercatori universitari in essa potrete anche trovare informazioni e suggerimenti utili in caso di risultati anomali.
Cos’è il pH
Il pH indica l’acidità o l’alcalinità dell’acqua. E’ misurato su una scala di valori
compresi tra 0 e 14 unità.
Limite di legge (D. Lgs 31/2001): Compreso tra 6.5 e 9.5 unità.
Che cosa indica il pH
E’ un parametro di base che indica se l’acqua è inquinata da acidi o da basi
forti.
Cosa fare in caso di alterazione del ph
Alterazioni importanti del pH possono essere indice di contaminazione chimica e/o microbiologica. In caso di alterazioni importanti dei valori del pH (minore di 2-3 unità o maggiore di 12 unità) sarà necessario controllare sia l’acqua al contatore (richiedendo i dati all’ASL o all’acquedotto) sia la vostra rete idrica interna. Se avete impianti di trattamento/depurazione accertatevi che funzionino bene: cartucce esaurite e non ben calibrate potrebbero alterare il pH dell’acqua.
DUREZZA
Che cos’è la durezza
Indica l’abbondanza di ioni calcio (Ca2+) e magnesio (Mg2+) nell’acqua.
Limite di legge (D. Lgs 31/2001): Tra 15 e 50 °F (gradi francesi).
Che cosa indica la durezza
La durezza è un parametro che esprime il contenuto totale di alcuni sali nell’acqua, principalmente il carbonato di calcio (CaCO3) e il carbonato di magnesio (MgCO3).
L’unità di misura della durezza è il grado francese (°F) che equivale a 10 milligrammi di carbonato di calcio per litro d’acqua. A meno che non vi siano indicazioni mediche particolari, le acque che presentano valori compresi nell’intervallo consigliato dal D. Lgs 31/2001 sono adatte per il consumo umano.
Cosa fare in caso di alterazione della durezza
Riscontrare un valore di durezza fuori dall’intervallo
previsto dalla legge non comporta un’irregolarità, perché è un parametro indicativo e non restrittivo.
Se desiderate ridurre la durezza dell’acqua potreste istallare un addolcitore. E’ importante tuttavia non ridurre eccessivamente il contenuto di sali di calcio e magnesio soprattutto per persone con stile di vita dinamico, sportivi ed anziani che soffrono di osteoporosi.
CONDUCIBILITÀ ELETTRICA
Che cos’è la conducibilità elettrica
La conducibilità elettrica è un parametro che indica il contenuto di sali disciolti nell’acqua. Si parla di conducibilità elettrica poiché i sali in acqua si trovano come ioni carichi e come tali consentono il passaggio di corrente nell’acqua stessa.
Limite di legge (D. Lgs 31/2001): La conducibilità elettrica dell’acqua non deve superare i 2500 μS/cm a 20°C.
Che cosa indica la conducibilità elettrica
La conducibilità elettrica dell’acqua aumenta proporzionalmente alla quantità di sali disciolti in acqua: quanto maggiore è la quantità di sali disciolti in essa, tanto più alta è anche la conducibilità elettrica dell’acqua. In genere è bene non superare i valori fissati per legge sia per l’idoneità al consumo umano sia per garantire un buon sapore dell’acqua stessa.
Cosa fare in caso di conducibilità elettrica fuori parametro
Ogni acqua presenta valori di conducibilità elettrica caratteristici, legati ai sali in essa disciolti. Difficilmente lo stato dell’impianto idrico domestico influisce sul valore di tale parametro. Se avete tubazioni metalliche è bene sottolineare che un’acqua con bassa conducibilità può favorire la formazione di ruggine. Al contrario una conducibilità elevata non determina problemi alle tubazioni a meno che non raggiunga livelli elevati da causare depositi di sali. Se desiderate ridurre la conducibilità dell’acqua (quantità di sali disciolti) potete utilizzare addolcitori o sistemi di osmosi inversa.
RESIDUO FISSO parametri nelle acque potabili
Che cos’è il residuo fisso
Esprime il grado di mineralizzazione dell’acqua, cioè il quantitativo di sostanza solida perfettamente secca che rimane dopo aver fatto evaporare una quantità nota di acqua.
Limite di legge (D. Lgs 31/2001): Il valore massimo previsto per le acque destinate al consumo umano è pari a 1500 mg/l.
Che cosa indica il residuo fisso
Generalmente, nell’ambito dei parametri chimici e fisici delle acque per il consumo umano, questo parametro viene utilizzato per classificare il livello di mineralizzazione dell’acqua; in base al suo valore si distinguono acque minimamente mineralizzate (fino a 50 mg/l), oligominerali (fino a 500 mg/l), mediamente mineralizzate (fra 500 e 1500 mg/l) e ricche di sali (oltre 1500 mg/l).
Cosa fare in caso di residuo fisso fuori parametro
Il residuo fisso di un’acqua è legato alla sua origine e alle rocce lungo le quali passa per raggiungere la falda. Un elevato valore di residuo fisso non è quasi mai ascrivibile a contaminazioni di natura chimica ma ha un origine naturale.
Se desiderate ridurre i valori di residuo fisso potreste usare sistemi di filtrazione oppure metodi di trattamento basati sull’osmosi inversa. Fate attenzione a non esagerare ed impoverire eccessivamente l’acqua di sali. Va inoltre specificato che acque con residuo fisso medio ed elevato sono adatte a sportivi e persone dinamiche che perdono molti sali minerali nelle attività quotidiane.
Non vi è inoltre alcuna relazione tra residuo fisso dell’acqua e calcolosi renale.
CLORO LIBERO
Che cos’è il cloro libero
Nell’acqua destinata al consumo umano possono essere presenti diverse forme di cloro, tra cui il cloro libero e quello combinato ovvero capace di legarsi con altre molecole chimiche. In generale il cloro libero deriva dai processi di disinfezione delle acque in cui si utilizzano prodotti a base di cloro, tra cui cloro gassoso (Cl2), ipoclorito di sodio (NaClO) e di calcio (CaClO).
Limite di legge (D. Lgs 31/2001): La legge stabilisce un limite per il solo cloro libero pari a 0,2 mg/l.
Che cosa indica il cloro libero
La presenza di cloro libero nell’acqua indica che è stato effettuato un trattamento di disinfezione dell’acqua al fine di garantire una buona qualità microbiologica sino al vostro
rubinetto.
Cosa fare in caso di cloro libero fuori parametro
Raramente nell’ambito dei parametri chimici e fisici delle acque per il consumo umano il valore di cloro libero supera il quantitativo di 0,2 mg/l; malgrado ciò il cloro resta una delle principali preoccupazioni dei consumatori che affermano di avere un’acqua con un grande quantitativo di cloro. Va precisato che il cloro libero è molto volatile ed ha un odore persistente quindi in un bicchiere d’acqua appena erogato è possibile sentire un odore sgradevole anche se i quantitativi di cloro rientrano nei limiti di legge. E’ importante precisare che entro i limiti di legge il cloro non è tossico. Per ridurre la sua persistenza nell’acqua è sufficiente lasciarlo evaporare tenendo l’acqua in una brocca ampia per qualche minuto. In caso di valori fuori parametro si consiglia l’uso di appropriati sistemi ad osmosi inversa.
SOLFATI
Che cosa sono i solfati
I solfati (SO4–) sono composti contenenti zolfo, spesso combinati con metalli (zinco, rame, alluminio).
Limite di legge (D. Lgs 31/2001): I solfati non devono superare i 250 mg/l.
Che cosa indicano i solfati
La presenza dei solfati nelle acque può derivare da minerali presenti nel sottosuolo oppure da contaminazioni chimiche della falda e/o della rete di distribuzione.
Cosa fare in caso di solfatti in eccesso
Difficilmente una contaminazione da solfati può essere ascrivibile ad alterazioni della vostra rete domestica o condominiale; pertanto se riscontrate valori fuori parametro è opportuno verificare la qualità dell’acqua fornita dall’acquedotto (analisi al contatore o ai punti di rete).
Nel caso di valori fuori parametro per acque di pozzi/sorgenti verificate che non vi siano contaminazioni fognarie o industriali (es. presenze di aziende chimiche limitrofe).
CLORURI
Che cosa sono i cloruri
I cloruri sono composti inorganici contenenti cloro. Il principale cloruro è il sale da
cucina (cloruro di sodio) ma ne esistono anche altri come il cloruro di alluminio, di calcio e di potassio.
Limite di legge (D. Lgs 31/2001): I cloruri non devono superare i 250 mg/l.
Che cosa indicano i cloruri
Indicano la presenza di sali di cloro nell’acqua. Il valore di cloruri può essere elevato in aree marittime costiere a causa della presenza di acque salate oppure nel caso di contaminazioni chimiche di natura antropica.
Cosa fare in caso di fuori parametro: Elevate concentrazioni di cloruri conferiscono all’acqua odore e sapore sgradevoli, ma in genere non sono tossici per l’uomo. Difficilmente un’eccessiva quantità di cloruri può derivare da alterazioni della rete idrica interna, pertanto in caso di valori fuori parametro è importante verificare la qualità dell’acqua fornita dall’acquedotto (analisi al contatore o ai punti di rete).
Se l’acqua che avete analizzato proviene da pozzi o sorgenti private e riscontrate valori elevati di cloruri verificate che non vi siano contaminazioni di origine chimica proveniente da aziende o semplicemente da aree salmastre limitrofe.
NITRATI e NITRITI
Che cosa sono i nitrati e i nitriti
I nitrati (NO3–) e i nitriti (NO2–) sono composti inorganici che contengono azoto e
ossigeno.
Limite di legge (D. Lgs 31/2001): I nitrati non devono superare i 50 mg/l. I nitriti non devono superare gli 0,50 mg/l.
Che cosa indicano i nitrati e i nitriti
Sono indici di contaminazione chimica di origine fognaria, agricola o industriale. Sono insapori ed inodori pertanto sono rilevabili soltanto eseguendo analisi periodiche sull’acqua.
Cosa fare in caso di nitrati e nitriti in eccesso
I nitriti, se in concentrazioni elevate, sono nocivi perché ossidano l’emoglobina presente nei globuli rossi rendendola incapace di trasportare l’ossigeno. I soggetti più sensibili all’inquinamento da nitriti sono i bambini e le donne in gravidanza. Se, tra i parametri chimici e fisici delle acque per il consumo umano riscontrate valori elevati di nitriti è necessario adottare sistemi di trattamento capaci di ridurre tali contaminanti (sistemi di sanitizzazione ad ozono).
Sebbene i nitrati siano meno pericolosi è opportuno che anche questi rispettino i limiti di legge.
Raramente una contaminazione da nitrati può derivare dalla rete idrica domestica o condominiale.
E’ invece frequente che abitazioni in aree rurali che si approvvigionano da pozzi presentino valori di nitriti/nitrati eccessivi a causa prevalentemente di contaminazioni agricole. In queste condizioni è opportuno che adottiate soluzioni idonee a eliminare questa fonte di contaminazione agendo sull’impermeabilizzazione del pozzo oppure utilizzando sistemi di trattamento idonei (sistemi di sanitizzazione ad ozono).
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